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michelangelo tagliente 

giornalista pubblicista 

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Val di Cembra: sentieri di gusto tra le vigne verticali

2025-06-11 16:26

michelangelo tagliente

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Val di Cembra: sentieri di gusto tra le vigne verticali

Ci sono luoghi che sembrano nati per essere scoperti a passo lento...

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Ci sono luoghi che sembrano nati per essere scoperti a passo lento, con il fiato che si accorcia solo per l’emozione del panorama. La Val di Cembra è uno di questi: una valle trentina dove i vigneti sfidano la gravità, aggrappandosi ai muretti a secco che da secoli modellano le pendici delle montagne. È un paesaggio scolpito dal lavoro umano, dichiarato nel 2020 Paesaggio Storico Rurale d’Italia, e che ancora oggi racconta un’alleanza virtuosa tra natura e cultura.

Qui, tra curve strette e profumi di bosco, si snoda la Wine Trekking Gourmet: un pranzo itinerante lungo un sentiero di circa cinque chilometri che attraversa i terrazzamenti vitati tra Cembra e Lisignago. Non un semplice trekking, ma un’esperienza multisensoriale dove il gusto segue il ritmo del cammino e l’autunno colora ogni passo.

Lungo il percorso si incontrano baiti accoglienti trasformati in piccole stazioni del gusto, dove chef della Val di Fiemme propongono piatti ispirati alla cucina di montagna, abbinati ai vini della valle: le bollicine di quota, il profumato Müller Thurgau e l’eleganza del Pinot Nero. L’evento, che si rinnova ogni anno, è tra i momenti più attesi del Festival Dolo-Vini-Miti, dedicato ai “vini verticali” – quelli che raccontano l’altitudine, il lavoro eroico, il legame profondo con il territorio.

La Val di Cembra non è solo una cartolina da ammirare, ma un territorio da vivere con rispetto. Qui il turismo cerca equilibrio, lontano dalle derive del turismo di massa che, come scrive Alex Giuzio, rischia di trasformarsi in una “industria estrattiva” capace di impoverire ciò che promette di valorizzare.

Non è un caso che proprio da questa valle sia nato negli anni scorsi un dialogo tra territori vinicoli simbolo – l’Etna, le Langhe, la stessa Val di Cembra – per confrontarsi sul futuro dei paesaggi del vino. C’è un’urgenza condivisa: custodire la bellezza senza svenderla, tutelare il valore agricolo senza trasformarlo in cartolina da consumo veloce.

E forse è proprio qui, tra un assaggio e un sentiero, che si trova la risposta: un turismo che cammina, che ascolta, che assapora. Un turismo che non consuma, ma si prende il tempo di comprendere.

 

Val di Cembra: Flavours and Footsteps Among Vertical Vineyards

Some places seem made to be discovered slowly, where your breath shortens not from effort, but from awe.

The Val di Cembra is one of those places: a Trentino valley where vineyards cling to the steep slopes, defying gravity and embracing centuries-old dry stone walls that shape the landscape like terraces in the sky. It is a landscape sculpted by human hands, officially recognized in 2020 as one of Italy’s Historic Rural Landscapes—an enduring testimony to the harmony between nature and culture.

Here, along winding roads and the scent of mountain woods, unfolds the Wine Trekking Gourmet: a five-kilometre looped trail that winds through the terraced vineyards between Cembra and Lisignago. More than a hike, it's a multisensory journey where taste follows the rhythm of your steps, and autumn colours every moment with warmth.

Along the route, rustic huts—baiti—are transformed into intimate tasting stops, where chefs from the Val di Fiemme prepare dishes inspired by Alpine cuisine. Each dish is paired with local wines: high-altitude sparkling labels, fragrant Müller Thurgau, and elegant Pinot Noir. This annual event is one of the highlights of the Dolo-Vini-Miti Festival, a celebration of “vertical wines”—wines that express altitude, heroic viticulture, and deep-rooted connection to the land.

But Val di Cembra is not just a postcard scene to admire. It is a living territory that demands respect. Tourism here seeks balance, far from the excesses of mass tourism which, as author Alex Giuzio warns, risks becoming an "extractive industry"—depleting the very places it claims to promote.

It’s no coincidence that this valley has become a meeting point for symbolic wine territories—Etna, the Langhe, and Val di Cembra itself—to reflect on the future of wine landscapes. The urgency is shared: to protect beauty without commodifying it, to preserve agricultural value without turning it into fast-consumption imagery.

And perhaps the answer lies right here, between a taste and a trail: in a form of tourism that walks, listens, and savours. One that doesn’t consume, but takes the time to understand.